bcover.jpg«Migliorarsi ancora e certificare l’eccellenza del proprio prodotto secondo nuovi standard incontestabili da parte della clientela»:

il tema della qualità nel futuro della pelle, oggetto del convegno nazionale conciario svoltosi a Santa Croce sull’Arno suscitando grande interesse da parte del settore, è per il presidente Assoconciatori Franco Donati un’opportunità per valorizzare l’unicità del distretto conciario toscano.

«Dal convegno-continua Donati- è emersa l’esigenza condivisa da tutti gli imprenditori di continuare a investire sulla qualità, unica strada per mantenersi competitivi e in quest’ottica il nostro distretto è in grado di segnare ulteriormente ed in modo inequivocabile il proprio valore». L’ipotesi è quella di una nuova certificazione per ribadire tutto ciò che sta dietro alla pelle del Comprensorio del cuoio in termini complessivi di eticità di impresa.

 


«Potremmo utilizzare un nuovo strumento, una certificazione in grado di esprimere senza dubbi che la qualità della pelle del distretto conciario toscano  ha il suo valore aggiunto nel sistema di impresa che c’è a monte, che si fonda sul rispetto delle regole anche oltre i limiti previsti dalla legge. Per esempio, pensiamo alla quantità di solfati che scarichiamo nelle acque: noi riusciamo a ridurla del 15 % oltre il limite di legge. L’impatto ambientale è solo uno degli ambiti in cui ci muoviamo oltre le più rigide regole, secondo un modo che non ha eguali nel mondo, ecco perché ci sembra utile che tutto ciò sia certificato. E’ la stessa clientela più esigente  che spesso pur apprezzando la qualità della nostra produzione non conosce l’impegno e gli standard di lavoro che ci sono dietro,  noi vogliamo perciò codificarli in modo certo».

 

L’ECCELLENZA “CODIFICATA”
Valorizzare nel modo giusto ciò che si fa nel distretto santacrocese  e contemporaneamente ordinare una materia molto delicata e a volte lacunosa, relativa alle richieste dei clienti che si concretizzano nei capitolati di fornitura sottoposti ai conciatori: «Capitolati formulati a volte in modo impreciso- dice Donati- da chi non sempre conosce le dinamiche concrete della nostra industria, per cui pur muovendosi nel rispetto di tutte le regole i nostri imprenditori hanno difficoltà a confrontarsi con quei capitolati, proprio per come sono formulati. E’ perciò fondamentale intervenire con una modifica a monte:  individuate delle regole certe e razionali per il nostro comparto anche secondo criteri più rigidi di quelli attuali, attraverso una nuova certificazione possiamo evidenziare che quelle regole le rispettiamo,  disponibili a  sottoporci a tutti i controlli del caso, e rendiamo unico il sistema complessivo su cui si regge il nostro distretto, nei fatti e non a parole».

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