europacover.jpg La Commissione Europea risponde all’interrogazione parlamentare sulle problematiche dei conciatori:

lo scorso novembre il vicepresidente Assoconciatori Roberto Giannoni, nell’ambito del Parlamento Europeo delle Imprese, evento promosso da Eurochambres, Associazione europea delle Camere di Commercio e Industria, aveva portato all’attenzione dell’Europalamento alcune delle maggiori criticità del comparto conciario. Ne è derivata una apposita interrogazione firmata da alcuni europarlamentari italiani e indirizzata alla Commissione Europea sulle principali difficoltà degli imprenditori conciari, a seguito della quale è arrivata nei giorni scorsi la risposta del Commissario europeo per il Commercio, Cecilia Malmstrom.

Tra le problematiche denunciate dai conciatori la mancata reciprocità negli obblighi normativi e di tutela della salute e dell’ambiente nei confronti dei Paesi extra-europei, oneri fiscali pesanti e difficoltà di accesso al credito per le piccole imprese.

“La Commissione-si legge nella risposta ufficiale- ha stabilito che, nei suoi negoziati per gli accordi di libero scambio (ALS) e nei negoziati di adesione con nuovi membri dell'Organizzazione mondiale del commercio (OMC), la priorità fondamentale è ottenere dai paesi partner un impegno deciso a eliminare o limitare considerevolmente l'imposizione di dazi all'esportazione”: dal documento emerge, tra l’altro, la consapevolezza della Commissione “delle difficoltà dell’industria europea nell’approviggionamento di pelli grezze provenienti da paesi terzi quali la Cina e l’impegno ad eliminare o limitare considerevolmente dazi all’esportazione”.

 

«Come imprenditori-dice il vicepresidente Assoconciatori Roberto Giannoni-dobbiamo utilizzare tutti gli strumenti possibili per tutelare le istanze del comparto conciario attuando anche a livello di Comunità europea gli indirizzi utili a valorizzare concretamente gli sforzi che i conciatori fanno riuscendo anche nelle difficoltà dell’attuale mercato ad esprimere una delle migliori forme di impresa del made in Italy. In questa direzione la risposta che ci arriva dalla Commissione può considerarsi un primo buon risultato».

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